Dopo due anni di assenza dalle scene torna la Barfì & Friends. Questa volta lo fa con un tema suggestivo quanto mai attuale: quello dell’emigrazione. Un prezioso cortometraggio autoprodotto introdurrà una commedia ambientata negli anni Cinquanta, ricca di emozioni e di pathos sul piano estetico e affettivo: un argomento già affrontato nel 2000 a seguito del riconoscimento che la città di Tirano aveva voluto tributare a Lazzaro Bonazzi detto Cici, un cittadino tiranese emigrato in Australia che si era distinto per volontà, capacità e onestà.
Tante sono le chiavi di lettura di questo lavoro, soprattutto in questo periodo durante il quale grandi masse di esseri umani si spostano da un continente all’altro. La Barfì & Friends con questa pièce ha voluto darne una nuova: proporre un progetto che parte dalla nostra storia di emigranti per arrivare a ricostruire, riallacciare e rinvigorire i legami con i molti residenti all’estero che rischiano di perdersi nel tempo. “Dobbiamo riuscire a creare un canale di relazioni con questi concittadini lontani: teniamo presente– precisa il regista Fulvio Schiano– che molti di loro, per un fatto anagrafico, tra non molto potrebbero non essere più testimoni del loro vissuto e che i loro figli sono cresciuti a contatto con la memoria e la presenza di una terra cara ai loro genitori, una terra che però non hanno mai conosciuto”.
Un progetto al quale si sono affiancati tre partner (Caffè Novecento, Concessionaria A. Auto e Spezia Assicurazioni) che hanno voluto dare un primo sostegno all’associazione Borgo Baruffini per portare avanti quest’ultima iniziativa.” Ringrazio i tre partner perché dopo due anni di fermo – continua Schiano – le nostre risorse si sono ridotte al lumicino: per andare avanti abbiamo bisogno del sostegno di tutti quelli che ci conoscono, che ci seguono e che vedono nelle iniziative dell’organizzazione di volontariato Borgo Baruffini di cui siamo parte integrante, un modo per valorizzare il territorio, le sue tradizioni e la sua storia”. Come è ormai consuetudine, per consentire a tutti di poter assistere alla commedia, si potrà accedere senza l’acquisto del biglietto: chi potrà lasciare un contributo – come chi non potrà – sarà gradito ospite. La prima rappresentazione si terrà al Cinema Teatro Mignon, giovedì 10 novembre, alle ore 20:30. Per ragioni organizzative sarà necessario prenotare i posti presso la libreria Il Mosaico di Tirano.
Biografia di Lazzaro Bonazzi detto Cici
Lazzaro Bonazzi detto Cici nasce a tirano il 4 luglio del 1931 dopo un’infanzia trascorsa sui prati attraversati dall’allora viale Vittorio Emanuele – oggi Viale Italia – nell’estate del ‘48 deve affrontare il primo distacco dalla sua amata Tirano per trasferirsi a Trieste con i suoi genitori. Completa gli studi diplomandosi geometra e trova presto un impiego che gli dà grandi soddisfazioni professionali ma fa nascere in lui la voglia di una vita nuova. Conosce Miriam ma la loro felicità dura poco: appena ventitreenne Cici decide di partire per l’Australia e lo fa con una promessa, quella di ritornare presto insieme e costruire una famiglia. I sogni e l’entusiasmo del giovane Cici dovranno però presto scontarsi con l’amara realtà. Un lunghissimo viaggio in nave in condizioni disumane e poi all’arrivo, per sopravvivere, affrontare i lavori più faticosi e massacranti. Prima tagliatore di canna da zucchero nelle sterminate piantagioni tropicali del nord Queensland poi nelle foreste e nelle segherie a tagliare legname, insaccare e trasportare pesanti sacchi di zucchero e poi ancora fabbro, carpentiere, muratore… Alla fine del 1955 si trasferisce a Melbourne dove lavora all’ufficio catastale. Dopo poco tempo riesce finalmente a ricongiungersi con Myriam. Si sposeranno e dalla loro Unione nasceranno due splendidi figli Alex e Vivien. Nel 1963 si trasferisce a Canberra dove viene assunto presso l’ufficio federale per le ricerche minerarie. In breve, assume la direzione di un reparto con un personale di oltre cento tecnici. Ritiratosi a vita privata nel 1988 dopo aver ricevuto numerosi riconoscimenti, dedica molte energie in diverse attività culturali per la divulgazione e il mantenimento della lingua italiana in Australia. Nello stesso tempo sviluppa l’interesse per il dialetto tiranese pubblicando numerosi libri e raccolte di dizionari che regolarmente vengono inviati in Italia agli amici più cari. Grazie alla straordinaria disinvoltura con la quale sa utilizzare la moderna tecnologia informatica, porta a compimento la sua “Ultima Fadiga”: un dizionario corredato da un compact disk nel quale si può ascoltare ogni singola parola con l’esatta pronuncia e con la stessa inflessione conservata intatta per tanti anni nel cuore e nella memoria di questo straordinario personaggio.