Un mondo quasi perfetto al quale aspirare, prima che sia troppo tardi, riflessioni di una “Iena” che sa come parlare alla gente. Non una ma tante Estremadura, un vero paradiso naturale europeo, tra uccelli di ogni specie, sgargianti peonie e monumenti megalitici. I destini intrecciati tra uomo e animale, gli Udege e la convivenza con la tigre siberiana ai margini della foresta primordiale. Per la sua terza serata, Sondrio Festival, la XXXVI Mostra Internazionale dei Documentari sui Parchi, ha condotto per mano gli spettatori da un lembo estremo all’altro dell’Europa, tra Spagna e Russia, ponendo interrogativi che pretendono una riflessione sul percorso che l’uomo ha intrapreso. È stata l’incursione sul palco di Andrea Piovan, voce di Rete 4 e Discovery Channel, doppiatore del grande regista inglese David Attenborough, che ogni sera accompagna il racconto dei documentari in concorso, ad aprire la serata. Oggi pomeriggio, dalle ore 15 alle ore 18, animerà la scuola di doppiaggio nella sala Celestino Pedretti, al piano interrato del Teatro Sociale. Quindi, Gigliola Amonini ha introdotto Luigi Pelazza, giornalista e conduttore televisivo che ha legato il suo nome alla trasmissione di Italia Uno “Le iene”. Nel suo libro “Un mondo quasi perfetto” racconta come a guidare le inchieste siano il coraggio e l’incoscienza: la natura ci parla e se riuscissimo a cogliere i suoi messaggi vivremmo in un mondo perfetto, o quasi. Pelazza ha spronato il pubblico a riflettere sull’importanza di piccoli gesti quotidiani, anche i più banali: gli errori che si commettono nel differenziare i rifiuti, l’acqua che scorre dal rubinetto mentre ci laviamo i denti, le luci lasciate accese. Consapevoli o no, si tratta di comportamenti da correggere per adottare abitudini ecosostenibili e impegnarsi tutti per allungare la vita di risorse che non sono per sempre.

 


“Estremadura, un paradiso naturale in Europa”, di Carlos Pérez, quinto documentario in concorso, ha aperto le proiezioni. Per iniziare, un efficace fermo immagine sulla lince: gli occhi magnetici fissano la preda che dovrà catturare per sfamare il suo cucciolo. L’Estremadura, regione della Spagna sud occidentale tra l’Andalusia e il Portogallo, è uno scrigno di biodiversità: un terzo del suo territorio è protetto. Sono le stagioni a modellare il paesaggio e a dettare i tempi della vita per le numerose specie animali: dalla danza di corteggiamento dello svasso maggiore alla nidificazione delle cicogne bianche che creano colonie, dalle temibili manguste egiziane al martin pescatore, fino all’otarda maggiore e ai grillai che abitano l’oscurità. Nei millenni l’uomo si è insinuato modellando il paesaggio: il monumento megalitico eretto nella preistoria e la Dehesa, con la quale si è aperto un varco nel bosco per l’allevamento del bestiame, testimoniano una convivenza pacifica. “Il ritorno della tigre siberiana”, del regista Franz Hafner, secondo documentario della serata, richiama l’attenzione sulla situazione del più grande felino al mondo nel lembo più orientale della Russia: gli esemplari aumentano ma l’habitat naturale non è in grado di soddisfare le loro necessità. Sono costretti a spingersi fino agli insediamenti creati dall’uomo e ai villaggi, sbranano cani e creano preoccupazione ma diventano anche ambite prede per i bracconieri. In Siberia, ungo il fiume Bikin, per secoli territorio degli Udege, la vita dipende da una foresta sana e rigogliosa: i destini di uomo e tigre sono intrecciati, e il felino è considerato sacro, non si può uccidere, ma il segreto è restare separati. Quando il limite viene superato i risultati sono spesso tragici. Ogni anno a Vladivostok, l’ultima domenica di settembre, la Giornata della tigre celebra il possente felino: senza di lui questa regione non sarebbe più la stessa.

 


Con la quarta serata, che si aprirà alle ore 20.30, Sondrio Festival entra nella sua seconda parte: visti sei documentari sabato, domenica e lunedì, ne mancano sette a completare la selezione di quelli in concorso che si contenderanno i premi. Questa sera sarà proiettato “Maremma episodio 3, primavera”, di Valter Torri: l’ambiente severo e a tratti impenetrabile del parco naturale toscano ha i colori e le luci della primavera al risveglio dopo il letargo invernale. La visione sarà preceduta dalle “Conversazioni”: sul palco del Teatro Sociale salirà Silvio “Gnaro” Mondinelli, alpinista giunto in cima a tutti gli Ottomila della terra, conosciuto anche per i soccorsi effettuati durante le sue spedizioni, che sarà intervistato da Angelo Schena, componente del Comitato direttivo centrale del Cai. Seguiranno le riflessioni sul rischio idrogeologico di Vincenzo Giovine, componente del Centro studi del Consiglio nazionale dei geologi.

 


Sondrio Festival è promosso da Assomidop, che riunisce il Comune di Sondrio, il Bim, il Cai, il Parco Nazionale dello Stelvio e il Parco delle Orobie Valtellinesi, presieduta dall’assessore alla Cultura, Educazione e Istruzione del Comune di Sondrio Marcella Fratta, e diretto da Simona Nava. La manifestazione è sostenuta dalla Regione Lombardia, dalla Provincia di Sondrio, dalla Comunità Montana Valtellina di Sondrio e dalla Fondazione Pro Valtellina Onlus. Gli sponsor sono Iperal, Banca Popolare di Sondrio, A2A e Acinque.