“Anche se quest’anno le arance hanno un calibro medio inferiore rispetto ad un’annata normale, il gusto e la qualità che le contraddistingue non è di certo inferiore”. Questo è il fil rouge della puntata “L’inimitabile gusto delle arance di Sicilia” andata in onda nei giorni scorsi sul circuito nazionale di 7Gold nell’ambito del format “La natura dal campo alla tavola”.
“La produzione 2023/2024 delle arance rosse di Sicilia è iniziata con ritardo – ha affermato il produttore Lucio Olivieri – ma ora è a regime. A causa delle alte temperature e la mancanza di pioggia dei mesi autunnali, il calibro dei frutti è inferiore alla media, ma ciò non toglie nulla alla qualità organolettica. Se la stagione ci darà una mano, avremo prodotto fresco fino ai primi giorni di giugno grazie alle varietà più tardive”.
I ricercatori stanno lavorando continuamente per mantenere alto il livello della produzione siciliana. Alcuni servizi dal Crea di Acireale, dove si trova la maggiore collezione agrumicola esistente in Europa a disposizione della ricerca nazionale e internazionale (oltre 220 varietà di agrumi ed i loro ibridi), hanno posto l’accento sulle strategie per combattere alcune malattie, fra le quali la “Tristeza”. Silvia Di Silvestro, responsabile della sede di Acireale, ha richiamato l’attenzione sulla minaccia del virus HLB, noto anche come Citrus greening, la più grave emergenza fitosanitaria che minaccia l’agrumicoltura mondiale, che ha già distrutto milioni di piante in paesi extra europei ed ha sottolineato l’importanza del lavoro di ricerca per tutelare la produzione nazionale e prevenire le malattie selezionando i geni resistenti.
“Servono le basse temperature poiché l’accumulo di antocianine nel succo e nella scorza delle arance rosse comincia ad essere visibile durante la fase di maturazione dei frutti – ha spiegato Marco Caruso, ricercatore del Crea di Acireale – Ecco perché uno degli obiettivi della ricerca è quello di selezionare nuove varietà più adattabili ai cambiamenti climatici, per poter favorire la filiera agrumicola ed ampliare il calendario di raccolta. Lavoriamo sul miglioramento genetico dell’arancio da oltre 50 anni con diversi programmi di breeding finalizzati a nuove varietà sempre più rispondenti alle richieste e ai gusti dei consumatori”.
Dopo che il tecnico Daniele Verzicco di Compo Expert Italia ha illustrato alcuni dettagli sulla nutrizione degli agrumeti, è stata la volta di Salvatore Barbagallo direttore CSEI di Catania. “Con il clima in continuo mutamento, specialmente sul fronte dei lunghi periodi di siccità, l’irrigazione deficitaria è una pratica che va messa a punto e applicata sempre di più. Si tratta di irrigare con un 20-30% in meno di acqua mantenendo i medesimi risultati finali di produttività e qualità. Ovviamente serve una tecnica ben affinata che abbiamo messo a punto e che sta dando buoni risultati”.
Ampio spazio è stato dedicato all’innovazione e all’utilizzo di strumenti tecnologici in grado di incrementare le prestazioni in termini di produttività, efficienza e sicurezza, grazie alla visita di uno degli 11 impianti di lavorazione del Consorzio Euroagrumi Op, quello di 3Moretti di Santa Maria di Licodia. “Questo è uno degli impianti per la lavorazione degli agrumi più tecnologici d’Italia – ha esordito Salvatore Rapisarda, direttore del Consorzio -. Portiamo sulle tavole dei consumatori un prodotto sano, salubre e maturo al punto giusto che è stato controllato prima dall’occhio umano, e poi da 64 occhi di altrettante telecamere nella linea di selezione. Gli agrumi con qualche difetto estetico o di calibro troppo piccolo finiscono all’industria per la trasformazione, mentre tutti gli altri sono poi spediti, nell’arco di poche ore rispetto alla raccolta, ai mercati generali e ai supermercati”.
Stefano Soli, direttore generale di Valfrutta Fresco, ha portato un esempio concreto: “Una mia amica ha trascorso alcuni giorni in Sicilia e qui le hanno offerto, a colazione, una spremuta con le migliori arance rosse locali. Per lei è stata un’esperienza che, seppur non nuova, ha rappresentato la spinta per acquistare regolarmente questo prodotto una volta tornata a casa. Quando la frutta e la verdura riescono a raccontare il territorio, compiono il miglior servizio di marketing possibile e l’Arancia rossa di Sicilia Igp ne è un esempio. I consumatori restano incantati dalla bontà e la bellezza di questo agrume, che cresce alle pendici del vulcano, che crea il microclima ideale per la sua coltivazione, dando vita ad un prodotto unico nel suo genere. E quindi piccola, media o grossa che sia è sempre un’eccellenza siciliana da utilizzare fresca o in cucina, grazie alla sua versatilità”.
La nutrizionista Carlotta Rapisarda ha ricordato che “gli agrumi stimolano il sistema immunitario e consumare 150 grammi al giorno di arance permette soddisfare il 90% del fabbisogno giornaliero di vitamina C. E questo al di là del calibro degli agrumi”.
A chiusura di trasmissione, lo chef Fabio Sciletta ha proposto un gustoso spaghetto quadrato con alici, arance, pesto di finocchietto selvatico e mandorle tostate.
“La Natura dal Campo alla Tavola” è programma TV e social che racconta le eccellenze dell’ortofrutta italiana in modo diretto e coinvolgente, valorizzando le realtà produttive attraverso le testimonianze dei protagonisti della filiera – dal campo alla tavola. Condotta dal giornalista Cristiano Riciputi insieme a Camilla Rupalti la serie è in onda su 7GOLD da novembre a luglio con copertura nazionale la domenica alle 13.30. In ogni puntata intervengono diversi attori della filiera, dalla produzione al retail, dalla ricerca alla comunicazione, collegamenti e servizi dalle aziende e dai campi coltivati.
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