L’iniziativa è organizzata in collaborazione con #libroquale e La casa dei suoni
Dura solo un pomeriggio, venerdì 11 novembre ((2 turni) dalle 15:00 alle 17:00, dalle 17:30 alle 21:30. Il tempo necessario per arrivare da Rimini allo Zambia, per passare tra i mercati gli ospedali e colori di questa terra. C’è luce, bottiglie fatte a bambole, tutù, sabbia e un invito a vivere ogni attimo, ad essere presenti.

Nel 2018 sono andata in Zambia assieme a mio fratello per un’esperienza di volontariato presso la casa famiglia della Dott.ssa Cristina Fazzi, da più di 20 anni impegnata in Zambia al servizio dei più poveri. Ho imparato che in Africa si festeggia la morte come liberazione e si accoglie la vita in silenzio, perché quel bambino andrà sfamato, curato e dovrà da subito contribuire al mantenimento del resto della famiglia. Ho appreso che la vita nasce, cresce e va avanti incredibilmente in condizioni di privazione da qualsiasi bene materiale. Ho portato con me il ricordo di visi pieni di polvere segnati da lacrime, di occhi grandi e pieni di luce, manine curiose di toccare e conoscere la pelle bianca, sorrisi accoglienti.

Le foto, catturano istanti della quotidianità vissuta durante il mio viaggio in Zambia. La mostra li svela nei momenti che più la caratterizzano:
– Time to eat: cucinare e mangiare assieme.
– Time to play: la mia missione da volontaria ossia creare “ricordi positivi” nella mente dei bambini delle baraccopoli e spesso costretti a lavorare.
– Time to take care: le cure e le visite presso gli ambulatori delle zone rurali.
– Time to learn: l’apprendimento scolastico.
– Time to meet: incontri tramite sguardi, sorrisi, il silenzio.
– Time to take a picture: mettersi in posa, giocare guardando l’obiettivo.
– Time to work: il lavoro di venditori ambulanti e di artigiani.
– Time to build: costruire nuove strutture per offrire servizi alle comunità delle zone rurali.
– Time to wait: l’attesa paziente, per il pasto, per le visite mediche.
“Questa gente ha una capacità di aspettare assolutamente incredibile!”, mi disse una volta un inglese residente qui da anni. ”Una capacità, una resistenza, quasi un sesto senso tutto loro!” (Kapuściński, Ebano)