Il clima impazzito vede l’alternarsi di lunghi periodi siccitosi e di fenomeni alluvionali improvvisi sempre più frequenti e trova l’uomo impreparato. L’altra faccia delle grandi spedizioni: momenti goliardici e mutuo soccorso uniscono gli alpinisti al cospetto delle cime. La Maremma nello splendore della primavera: la stagione del risveglio trova gli animali che popolano l’area protetta pronti a tornare alla vita dopo il lungo inverno. Immagini tanto diverse tra loro a rappresentare il mondo naturale che ci circonda, fra la vita quotidiana e le grandi imprese: il riassunto della quarta serata di Sondrio Festival, la XXXVI Mostra Internazionale dei Documentari sui Parchi, passa dal monito di un geologo, Vincenzo Giovine, al racconto di un alpinista, Silvio “Gnaro” Mondinelli, per terminare con la descrizione di un territorio nelle sue sfaccettature. Giovine, vicepresidente e coordinatore della Commissione ambiente del Consiglio nazionale dei geologi, introdotto da Gigliola Amonini, in apertura di serata, ha ammonito sulla necessità di cambiare l’approccio culturale, a tutti i livelli: chi ha una conoscenza tecnica deve rendere comprensibile a tutti quanto sta accadendo perché la tragedia delle Marche, nel settembre scorso, potrebbe ripetersi. A emergere è la disparità degli investimenti pubblici tra opere di prevenzione e interventi per rimediare ai danni: sei miliardi di euro contro 75. Il 94% dei comuni italiani è a rischio: con il Piano di protezione civile il Comune di Sondrio si è dotato di uno strumento che fornisce indicazioni sui comportamenti da adottare in caso di eventi calamitosi.


Per le “Conversazioni” di Sondrio Festival, ieri sera il palco del Teatro Sociale ha accolto l’alpinista Mondinelli che ha dialogato con Angelo Schena, componente del Comitato direttivo centrale del Cai: schietto e ironico, lo scalatore che ha conquistato tutti i 14 Ottomila della Terra, bresciano della Val Trompia, ha svelato l’altra faccia delle grandi spedizioni, fra aneddoti ed episodi divertenti. Da chi si avventura in montagna senza capire fino in fondo dove si trova, reclamando champagne e spostandosi dal campo base in elicottero per andare a cena in un ristorante di Katmandu, alle confessioni che si raccolgono dai compagni diventando preti o psicologi, secondo necessità. Mondinelli ha narrato del suo girovagare per il mondo, delle tante conoscenze, delle soddisfazioni e delle delusioni, delle partenze e dei ritorni, dei mesi trascorsi lontano dalla famiglia. Il bello di una spedizione è la condivisione: arrivare tutti insieme o fallire, il successo e l’insuccesso. Gli alpinisti italiani hanno tre armi per corrompere i compagni di altre nazioni, caffè, grappa e pasta: nello scambio ci guadagnano sempre. Ma l’alpinismo, ha tenuto a precisare, non è solo sofferenza e freddo: Schena ha rivelato il Mondinelli che aiuta e fa beneficenza, che ha costruito una scuola e un presidio sanitario per il popolo nepalese lungo la via che conduce all’Everest, che pianta faggi a cui dà un nome, che è contrario all’uso dell’elicottero durante le spedizioni ma che prende volentieri quando c’è. Ha aperto il suo cuore ricevendo affetto dal pubblico che lo ha a lungo applaudito apprezzando l’uomo oltre l’alpinista.


Il settimo documentario in concorso proiettato sul grande schermo del Teatro Sociale, “Maremma episodio 3, primavera”, di Valter Torri, è un viaggio in quattro episodi corrispondenti alle stagioni nel parco naturale della Maremma, in Toscana. Sono le luci e i colori a caratterizzare la primavera in un ambiente severo, a tratti impenetrabile: sequenze emozionanti, mai filmate prima, si alternano a descrizioni della bellezza del paesaggio fra letti di camomille, foreste e canali. L’alba infuocata illumina un paesaggio che ricorda le savane africane territorio di vacche, cavalli maremmani, lupi e cinghiali. Le parate aeree dei bianconi somigliano a una danza ma non c’è nulla di poetico nel loro liberarsi nell’aria, soltanto la necessità di delimitare le aree di caccia. La telecamera svela l’universo parallelo delle formiche, che con tenacia e spirito collaborativo trasportano pesi enormi, inquadra i grandi occhi degli occhioni che ingaggiano una disputa con i cinghiali, si sofferma sulla livrea sgargiante dei fagiani maschi. La primavera è una stagione impegnativa ma è anche il momento dell’abbondanza: gli animali hanno grande disponibilità di acqua e di cibo e il clima rende la vita più semplice. Tutto cambierà con la calura estiva che infiammerà la costa maremmana. Ma questa è un’altra stagione e un’altra storia sta per cominciare.

Per la quinta serata, che avrà inizio alle ore 20.30, Sondrio Festival propone la visione di due documentari in concorso: “La terra dei grifoni”, di Riccardo Soriano, che descrive la colonia sarda salvata dall’estinzione, e “L’elefante e la termite”, di Mark Deeble e Victoria Stone, ambientato in Kenia, incentrato sulla strana relazione che lega due animali così diversi. Per le “Conversazioni” sarà la popolare conduttrice televisiva Tessa Gelisio a salire sul palco del Teatro Sociale per intrattenere il pubblico parlando del suo impegno ecologista.

Sondrio Festival è promosso da Assomidop, che riunisce il Comune di Sondrio, il Bim, il Cai, il Parco Nazionale dello Stelvio e il Parco delle Orobie Valtellinesi, presieduta dall’assessore alla Cultura, Educazione e Istruzione del Comune di Sondrio Marcella Fratta, e diretto da Simona Nava. La manifestazione è sostenuta dalla Regione Lombardia, dalla Provincia di Sondrio, dalla Comunità Montana Valtellina di Sondrio e dalla Fondazione Pro Valtellina Onlus. Gli sponsor sono Iperal, Banca Popolare di Sondrio, A2A e Acinque.