Il taglio della spesa alimentare degli italiani si trasferisce dal commercio all’industria e fa crollare la produzione di cibo Made in Italy che si riduce del 4,5%, pari a più del doppio della media, con un impatto negativo sul valore complessivo. È quanto afferma Coldiretti in riferimento ai dati Istat sulla produzione industriale a luglio rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente mentre la riduzione per l’alimentare è del 2,4% rispetto al mese precedente.

Una frenata preoccupante che è il risultato – sottolinea Coldiretti – delle difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari mettono meno prodotti nel carrello ma è anche il segnale dei problemi della filiera produttiva alle prese con l’esplosione dei costi dell’energia e delle materie prime.

“Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali per assicurare una più equa distribuzione del valore per tutelare i consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali” ha affermato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, sottolineando che
l’agro-alimentare Made in Italy ha dimostrato concretamente la propria capacità di saper cogliere l’opportunità del Pnrr e l’incremento dei fondi va nella direzione auspicata di “raffreddare” il carovita che pesa sulle tasche degli italiani e taglia i consumi con gli accordi di filiera la produzione in settori cardine, dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura. Un’occasione unica che – conclude Coldiretti – non va sprecata per crescere e garantire una più equa distribuzione del valore lungo la filiera, dal produttore al consumatore.