Che ne è dei riti di passaggio che tradizionalmente marcavano il cammino di ogni persona? Il loro peso sembra indebolirsi progressivamente. Perché i percorsi di iniziazione a cui siamo abituati nella chiesa pare non funzionino più tanto bene? L’individualismo della società liquida diffida delle forme con cui la tradizione abitualmente li celebrava. Come “abitare” tale situazione? Come promuovere fecondi cammini di crescita nelle società tardo-moderne, accompagnandoli con gesti e parole? E come può contribuire a tale sfida la teologia cristiana, con la sua ricca tradizione liturgica?

Il nuovo numero monografico della rivista bimestrale «Credere Oggi» dal titolo Iniziazioni e passaggi, per i tipi delle Edizioni Messaggero Padova, propone una riflessione che mira prima di tutto a comprendere la “logica” iniziatica utile e fruibile oggi dal cristiano che vuole ancora credere, ma vuole farlo a modo suo, con autenticità cioè nel rispetto della propria libertà di soggetto credente. Rimane infatti un bisogno di ritualità che è però tutta da escogitare e ridefinire perché sta a testimoniare il bisogno inesausto di relazioni e di comunione.
E Gesù? Ci piace pensarlo il figlio di Dio nato già maturo nella piena coscienza di sé! Ma non è proprio così. Anche lui ha dovuto vivere in prima persona passaggi e iniziazioni. Molte allora le prospettive che si aprono, per coltivare una fede che accompagni il diventare pienamente umani nella libertà.
È questo lo spazio esplorato dal numero 260 del bimestrale (2/2024) diretto da Simone Morandini, cui hanno contribuito Enzo Pace, Luca Pandolfi, Roberto Tagliaferri, Morena Baldacci, Andrea Grillo, Jean Paul Lieggi, Giuseppe Laiti, Michele Roselli, Franca Feliziani Kannheiser, Davide Brasca.
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