«Se non continuiamo a riportare il passato nel presente perdiamo l’occasione di individuare possibili risposte a sfide future. Non esiste il passato, solo momenti contemporanei che sono passati e che ci consegnano una bussola morale per il futuro». Questa frase di James Bradburne riassume uno dei valori fondanti della visione recente di Brera.

Una stella polare che ha guidato l’attività condotta in questi anni dalla Pinacoteca, permettendo di riscoprire figure centrali della storia del museo come Ettore Modigliani, Fernanda Wittgens e Franco Russoli. Un impegno che si arricchisce ora di un nuovo capitolo, affidando a una rappresentazione teatrale la missione di fare luce su personaggi ingiustamente dimenticati ma preziosi nel fornirci – attraverso la loro biografia e la loro opera – chiavi di lettura per il presente e modelli d’ispirazione per il futuro. La ballata dei dimenticati scaturisce dalla volontà dell’attore Marco Gambino di portare in scena un racconto avvincente che intreccia parole, immagini e musiche dal vivo. Lo spettacolo rivela la vicenda di artisti e intellettuali che, nonostante abbiano svolto un ruolo importante sulla scena culturale italiana del Novecento, si sono trovati esclusi da celebrazioni e riconoscimenti; personaggi che, pur contribuendo in maniera significativa al tessuto culturale, sono stati trascurati dalla storia ufficiale. La performance solleva domande fondamentali: cosa implica ricordare? Quanto è essenziale ricostruire il nostro passato per valorizzare e comprendere il presente, oltre a proiettarci consapevolmente verso il futuro? La ballata dei dimenticati offre uno sguardo coinvolgente su queste tematiche, stimolando la riflessione sul valore della memoria e il ruolo cruciale che essa svolge nel plasmare il nostro percorso collettivo.

NOTE DELL’AUTORE MARCO GAMBINO
La ballata dei dimenticati nasce da I dimenticati dell’arte, la rubrica settimanale di Artribune a cura di Ludovico Pratesi. Ogni lunedì, durante la pandemia, leggevo una storia e continuavo a pensarci tutta la settimana in attesa della prossima. Poeti, artisti, scrittori, le cui vite straordinarie – come ogni buon romanzo – esigevano di essere raccontate ad alta voce. Così, con la collaborazione dell’immaginifico Fabio Cherstich e grazie all’impagabile supporto di James Bradburne, è nata La ballata dei dimenticati. Una rassegna di personaggi che in un tempo smemorato, capace di distruggere e creare informazioni a ritmi sempre più accelerati, ci invita a fermarci e a guardare indietro. Un invito alla scoperta di storie sepolte dalla cenere di uno spietato e immeritato oblio. A fatica ne ho selezionate dieci, ma avrei voluto poterle raccontare tutte. Di una di queste ho fatto parte anch’io, legato per anni a quel filo di luce fragilissimo che le accomuna.

BIO
Marco Gambino è un attore italiano che da anni lavora a Londra e in tutta Europa. La sua carriera spazia dal teatro alla televisione al cinema. È apparso in alcune fra le più celebri serie televisive italiane e inglesi, come Il giovane Montalbano, Emmerdale, The Boss of the Bosses, Squadra antimafia, Romolo and Giuly. Tra le sue recenti partecipazioni nel cinema, ricordiamo The International e Il traditore. Marco è noto per i suoi monologhi teatrali che interpreta in più lingue fra cui Parole d’onore, La colpa di Otello, Maria Callas la perla nera.

Fabio Cherstich è un regista e scenografo italiano. Ha lavorato in numerosi teatri italiani ed esteri, tra cui il Teatro Marinsky di San Pietroburgo, il Teatro Massimo di Palermo, il Teatro dell’Opera di Roma, Opera d’Avignon, Opera de Marseille, Theatre Maillon de Strasburg. È l’ideatore e regista del progetto di opera on the road Operacamion definito dal New York Times come «un progetto unico e capace di riportare l’opera alle sue origini». Dal 2012 collabora con Andrèe Ruth Shammah al Teatro Franco Parenti di Milano e insegna storia della regia contemporanea alla Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi, alla Scuola di Cinema di Milano e alla Libera Università di Comunicazione IULM. La sua ultima regia teatrale è stata Ubu Roi di Alfred Jarry prodotto dal Teatro Argentina di Roma – Teatro d’Europa.