Il caso Orlandi è lo spaccato di come si forma un mito metropolitano, una leggenda che diventa Verità inconfutabile perché soddisfa il bisogno popolare di credere all’esistenza di misteri, complotti, comportamenti morbosi e verità inconfessabili da parte del Potere, quale esso sia, Chiesa compresa.

Il 22 giugno del 1983, dopo essere andata a lezione di musica, la quindicenne Emanuela Orlandi scompare misteriosamente in pieno centro a Roma. Oggi, a quarant’anni di distanza, non ne sappiamo niente di più. Sulla vicenda si è scritto e detto di tutto, come se ognuno avesse una sua verità a portata di mano: che Emanuela sia stata rapita per uno scambio con Alì Agca, l’attentatore del papa?; o per ricattare papa Giovanni Paolo II, fortemente schierato contro i sovietici?; che sia stata rapita dalla Banda della Magliana o per recuperare soldi prestati allo IOR?; che sia vittima di un sistema pedofilo interno al Vaticano? Le congetture sono state moltissime e moltissime sono state le dichiarazioni di supertestimoni in cerca di visibilità, gli appelli, le confessioni, le rivelazioni clamorose, i ricordi tardivi e provvidenziali. Niente di tutto questo, però, contribuito ad arrivare a una soluzione; al contrario, ha spalancato una finestra sul fenomeno del «malogiornalismo», che a furia di avallare ogni pista e di dare spazio a ogni mitomane ha alimentato un circo mediatico tale da rappresentare un vero e proprio depistaggio delle indagini.
Pino Nicotri di questo «rapimento che non c’è» ha iniziato fin dal 2002 a demolire le montature e gli scoop, additando come probabile l’unica pista incredibilmente ignorata dalla famiglia, dai media e dalle forze dell’ordine: la stessa che provoca la morte e la scomparsa di tanti e tante minorenni nel nostro Paese e non solo. Corredato da documenti inediti e dati certi e dimostrabili, questo libro ricostruisce l’intera vicenda Orlandi con una serietà e una precisione che troppo a lungo sono mancate nella trattazione del caso. Non per avvalorare facili dietrologie, ma per fare una volta per tutte chiarezza su cosa è successo a Emanuela Orlandi al netto delle congetture più fantasiose.

BIO dell’autore
Giuseppe «Pino» Nicotri, per 35 anni giornalista de «L’Espresso» e autore di una ventina di libri inchiesta e di un romanzo, è stato anche corrispondente dal Veneto del quotidiano la Repubblica e tra i principali fondatori de «Il Mattino di Padova» e de «La Tribuna di Treviso». Con il lavoro per il suo primo libro, Il silenzio di Stato, nel 1972 ha contribuito in modo decisivo a demolire la pista anarchica della strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969, e a far luce sulle coperture politicomilitari a favore dei neonazisti veneti base della strategia della tensione: quella che dal ‘69 ha insanguinato l’Italia innescando per reazione il terrorismo brigatista e affini. Nell’ottobre 1980, il suo articolo La brigata manda a dire ha permesso di individuare gli assassini del giornalista milanese Walter Tobagi. Nel 2001, con l’articolo Musulmani d’Italia. Fondamentalismo alla milanese, è stato il primo e per molti anni l’unico giornalista ad aver denunciato, già un mese dopo l’attentato alle Torri Gemelle, la predicazione islamista della Sharia in Italia e in Europa.