Un evento che ne integra molti altri, fra natura, cultura e arte: la seconda serata di Sondrio Festival, la Mostra Internazionale dei Documentari sui Parchi, in corso di svolgimento nel capoluogo, è trascorsa fra la celebrazione del gemellaggio con Sindelfingen, la danza fra montagne e cielo nero, i due documentari in concorso, l’uno sulle aree protette della provincia di Sondrio, l’altro ambientato nel Marais francese, e infine il saluto di un attore e modello di Bollywood, l’industria del cinema indiana. Emozioni diverse che si sono sovrapposte a legare un racconto che si è sviluppato sul palco del Teatro Sociale ma che ha condotto un pubblico sempre attento appassionato alla scoperta di nuovi mondi.
La serata si è aperta con il benvenuto alla delegazione di Sindelfingen in visIta a Sondrio nel sessantesimo anniversario della stipula del gemellaggio: l’assessore agli Eventi, alle Attività produttive e ai Gemellaggi Francesca Canovi, nel suo intervento sul palco del Teatro Sociale, ha ricordato le tappe e le iniziative più significative che anno dopo anno hanno costruito un’amicizia e una collaborazione destinate a durare nel tempo. Le visite, gli scambi tra gli studenti, i tornei sportivi raccontano di un’esperienza arricchente per entrambe le parti, come ha confermato Brigitte Stegmaier, presidente dell’associazione Amici di Sindelfingen. Quindi la magia della danza ha avvolto il teatro cittadino con le immagini di “Danza per una montagna fragile”, uno spettacolo che invita a ricucire la relazione tra uomo e natura attraverso la bellezza dell’arte. Un progetto presentato dall’ideatrice e curatrice Daniela Tricerri, splendidamente interpretato da Mick Zeni e Giulia Schembri del Corpo di ballo della Scala di Milano. Prima le immagini di una danza uscita dai teatri per riconnettersi all’ambiente, nel buio della notte, nelle coreografie interpretate nel Bosco della Partecipanza di Trino, in Piemonte, e presso l’Osservatorio astronomico della Valle d’Aosta, quindi l’esibizione sul palcoscenico dei due ballerini salutati dal pubblico con un lunghissimo applauso.
La natura è emergenza, necessita di protezione, ma è anche bella da perdere il fiato, anche quando è intorno a noi. Lo ha mostrato ai valtellinesi, e a chi frequenta il nostro territorio, il regista Marco Tessaro con “Valtellina natura europea”, il primo dei due documentari in concorso a Sondrio Festival proiettati ieri sera, prodotto dal Parco delle Orobie Valtellinesi, presentato dal presidente Doriano Codega e dallo stesso regista. Dall’Alta Valtellina alla Valchiavenna, di area protetta in area protetta, l’occhio della telecamera ha rivelato un paesaggio sorprendente, con un effetto straniante per chi conosce i luoghi e, forse, non ne aveva mai apprezzato a fondo la bellezza. Le montagne, i fiumi, la flora e la fauna per un mosaico ambientale a rappresentare un luogo nelle Alpi in cui il Mediterraneo incontra le lande boreali del Nord del continente: la natura d’Europa. Dalle Alpi italiane a quelle francesi con “La meraviglia del Marais”, di Clara Lacombe, il secondo documentario della serata: le più grandi aree paludose montane si trovano a nord della Savoia, nella Val d’Arly. Qui, nella riserva istituita nel 2013, gli addetti alla salvaguardia si prendono cura di gufi, tassi, libellule, civette nane e di tutti gli altri abitanti della torbiera, attraverso le due possibili azioni: lasciare che sia la natura ad agire o intervenire. In particolare monitorano l’evoluzione dell’ecosistema in anni difficili segnati dal cambiamento climatico.
A chiudere una serata così ricca di sollecitazioni e di riflessioni sul destino del nostro pianeta, introdotto da Gigliola Amonini, l’intervento di Maradona Rebello, un nome argentino, tributo del padre tifoso di calcio, per un attore e modello indiano innamorato della moglie sondriese e dunque della Valtellina, intenzionato a promuovere Sondrio Festival attraverso i suoi profili social da centinaia di migliaia di follower. Per lui la Valtellina è un posto bellissimo, uno dei pochi tra quelli che conosce dove si può sentire il profumo dell’aria.
La grande serata era stata anticipata, nel tardo pomeriggio, dalla presentazione del programma “Visioni sul filo dell’acqua”, realizzato con A2A e il Parco Nazionale dello Stelvio, trasmesso su Rai 5, e visibile su Raiplay, che, nel centenario delle dighe di Cancano, ripercorre il viaggio dell’acqua tra splendide immagini e testimonianze, sul filo dell’acqua e sulle tracce della storia. A introdurre la proiezione sono stati l’autrice Alessandra Greca, la regista Anna Tinti e il giornalista Carlo Grande con Roberto Corona di A2A.
La terza serata avrà inizio alle ore 20.30: ospite delle “Conversazioni” di Sondrio Festival sarà il giornalista e conduttore televisivo Luigi Pelazza, noto al grande pubblico per la sua partecipazione alla trasmissione di Italia Uno “Le iene”, visto anche in “La natura che parla” di Raiplay, dedicato ai segnali che la natura manda e ai comportamenti da adottare per evitare danni irreparabili. Due i documentari in concorso che verranno proiettati stasera: “Estremadura, un paradiso naturale in Europa”, di Carlos Perez Romero, ambientato nella misteriosa regione della Spagna, un miscuglio di biodiversità, e “Il ritorno della tigre siberiana”, di Franz Hafner, dedicato al più grande felino selvatico al mondo, oggi protetto, nell’estremo oriente russo. L’ingresso al Teatro Sociale è libero senza necessità di prenotazione.
Sondrio Festival è promosso da Assomidop, che riunisce il Comune di Sondrio, il Bim, il Cai, il Parco Nazionale dello Stelvio e il Parco delle Orobie Valtellinesi, presieduta dall’assessore alla Cultura, Educazione e Istruzione del Comune di Sondrio Marcella Fratta, e diretto da Simona Nava. La manifestazione è sostenuta dalla Regione Lombardia, dalla Provincia di Sondrio, dalla Comunità Montana Valtellina di Sondrio e dalla Fondazione Pro Valtellina Onlus. Gli sponsor sono Iperal, Banca Popolare di Sondrio, A2A e Acinque.